Nel numero 8 dell’Aromatario abbiamo visto come la negatività sia un comportamento che appartiene a tutti, perché fa coppia con la positività, dentro una ciclicità ecologica che assomiglia a giorno e notte, estate e inverno. Abbiamo così illustrato come la negatività possa essere elaborata e trasformata, passando da conflitti ad accordi, da malessere a crescita personale. Su questo terreno, a mio avviso si misura la qualità di un rapporto e di un’aggregazione, si fanno progetti a distanza o si interrompono, si mostrano le reali competenze possedute. Ecco, nella gestione efficace della negatività, mi sembra importante affermare che siano i capi, i dirigenti, i direttori, i coordinatori di gruppi a dover fare il primo passo, sulla strada di una “nuova educa¬zione”, esibendo nuovi strumenti operativi. Sia perché sono essi stessi fonti di insorgenza di negatività e, sia perchè sono da esempio presso i loro collaboratori; infine, anche perché solitamente più attrezzati e con più vantaggi di cui disporre. Negli ultimi anni si è diffuso il concetto di “leader tossico”, la psicologia ha messo in evidenza la tossicità del comando sottolineandone i comportamenti negativi preminenti: chiusura delle relazioni, formalismo comunicativo, ambiguità degli obiettivi importanti da raggiungere, incertezze delle strategie, intolleranza per le diversità delle persone, insensibilità per le emozioni lavorative, clima di pessimismo, prevalenza del controllo autoritario.

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