Esperto facilitatore, psicologo sociale e docente universitario.

Dal 1995 costruisce il repertorio pratico della “facilitazione esperta” (face), strumento rivolto appositamente alle aziende, alle professioni, al sociale.
Aree di interesse: team building, ingaggio, leadership, gestione conflitti, benessere organizzativo, la figura del facilitatore.
È del 2005 la codifica dei metodi, raccolti nel “face-model”. Dirige la Scuola Facilitatori (www.scuolafacilitatori.it).
Autore di più di venti volumi sull’argomento.

Prima come giovane ricercatore degli stili di vita sociali e dopo come studioso dei gruppi, in quell’interstizio di anni, incontro il mio mentore principale, il prof. Jerome Liss, psichiatra e psicoterapeuta sistemico, che con l’esperienza profonda svolta con Laing, Boadella, Laborit, Lapassade prima elabora ex-novo un approccio clinico (Biosistemica) e poi formativo (Comunicazione ecologica). Per quasi trenta anni, dal 1983 al 2012, studio e lavoro al fianco di Jerome, come sostenitore, poi come tutor, poi assistente, e quindi co-docente: considero davvero quella stagione come la più formativa, profonda, costruttiva, dinamica, che mi potesse capitare.

Dal 2005 via via ho nelle mani il seme generativo della mia strada specifica, che chiamo “Facilitazione esperta”, eh sì, per distinguerla dalle tante facilitazioni elementari, come mandare una mail o passare l’acqua a tavola. Qui il corredo è più complesso, rivolto a gruppi e relazioni, è nel cercare la sintonia, disinnescare le enfasi emotive, attivare e coinvolgere persone spente e demotivate. Un corredo di metodi complessi che pur tuttavia se resi più semplici – questa è l’idea chiave che mi frulla nella testa – possono aiutare team, capi, professionisti, aziende, nel delicato compito della convivenza lavorativa e del benessere organizzativo.

E ora nel 2023, dopo tante giornate spese nella formazione e nella facilitazione, presso aziende e gruppi di tutti i contesti possibili, posso dire che il mio cantiere di metodi, tecniche e osservazioni è davvero compiuto. Già in opera presso tante aziende, perché, pur nella più piena rivoluzione digitale, nelle emergenze climatiche, sanitarie ed economiche, il tema della “facilitazione del lavoro”, del coinvolgimento, del fare squadra, degli apprendimenti è lì che resta sempre al centro di tutto.

Per risparmiare tempo e denari, per creare clima, per prevenire incidenti, per gestire divergenze e capirsi, per ripartire e riparare, per leggere meglio gli eventi, per scorgere prima un altro sviluppo possibile