1976-1982. Le ecologie

Sono gli anni della mia prima impronta sociale, dal nome ecologia, ecologia dell’alimentazione, della salute e dell’agricoltura, mi occupo di divulgazione degli stili ecologici, tramite una miriade di incontri in tutte le regioni italiane, in qualità di opinion leader, organizzatore, redattore. Mi apro alla vita dei gruppi e al cambiamento sociale.

1983-1984. Il training nonviolento

Facendo parte di gruppi di lavoro nel campo della sostenibilità ambientale e sociale, mi accorgo che i metodi di consenso interni sono obsoleti, nelle riunioni parlano sempre gli stessi, incomincio a pensare che ci possano essere metodi diversi, più collettivi e democratici per arrivare alle decisioni. Da qui nasce l’interesse per il “training nonviolento” e i percorsi della nonviolenza sociale.

1985-1989. La biosistemica e la comunicazione ecologica

Decido di estendere la mia sensibilità all’ecologia della comunicazione. Avvio la mia formazione personale e professionale sui temi delle emozioni, delle relazioni, delle dinamiche conflittuali nei gruppi, presso il Master “Animatore dello sviluppo personale col metodo biosistemico” della Società Italiana di Biosistemica, diretta dal prof. Jerome Liss, che diventerà via via il mio riferimento metodologico e mio mentore per trenta anni.

1990-1994. Arriva la facilitazione

Svolgo per quattro anni un’intensa formazione in “facilitazione esperta”, sotto la stretta supervisione del prof. Liss. In questi anni acquisisco un primo bagaglio dei metodi della Biosistemica, della Comunicazione ecologica, della gestione della negatività, dei metodi attivi per la motivazione dei gruppi.

1995. Diventare un formatore

In ottobre di quell’anno, conducendo ottimamente un gruppo di animazione e formazione presso un convegno a Firenze, avverto talenti personali importanti, che mi convincono a sviluppare la carriera di formatore degli adulti e dei gruppi di lavoro. Inizio la mia attività di facilitatore.

1996-1999. Diventare uno psicologo dei gruppi

Concludo il percorso di studi universitari che nel frattempo avevo avviato, all’Università La Sapienza di Roma divento psicologo. Qui approfondisco lo studio degli autori della psicologia sociale, da Lewin a Rogers, da Maslow a Zimbardo.

2000-2004. Studiare da formatore

Sono gli anni dell’approfondimento di autori e tecniche in ambito della formazione degli adulti, sono iscritto all’AIF, la casa professionale italiana dei formatori. Frequento corsi e master in questo settore, tra cui Ismo (Milano), Ctc (Bologna), Change (Firenze) e altri.

2005. La prima codifica del facilitatore

Dopo dieci anni di docenze ed esperienze, in seguito ai saperi raccolti per via diretta col prof. Liss, con le numerose applicazioni svolte nelle organizzazioni, delineo e configuro il metodo della Facilitazione esperta. La mia tensione è portare la complessità delle discipline (psicologia, sociologia, pedagogia) a sintesi e applicazione: nasce il Face-model. Pubblico nell’autorevole collana “AIF” di Franco Angeli, il mio primo libro sulla facilitazione esperta “Professione facilitatore”, che mi apre ad una fase nuova.

2006-2016. Studiare le neuroscienze

Ai saperi psicosociali ormai consolidati, vado ad affiancare quelli delle neuroscienze. Frequento un Master triennale della Scuola di Biosistemica. Incremento gli studi di autori chiave tra cui LeDoux, Damasio, Siegel, Porges, Cozolino, Edelman. Frequento convegni e seminari di studio con i prof. Siegel, prof. Porges e prof. Kabat-Zinn. Lo studio del cervello mi apre inedite chiavi interpretative sui comportamenti, che la sola psicologia sociale non mi permetteva.

2007. La fondazione della Scuola Facilitatori

Con alcuni colleghi vicini decido di fondare la Scuola Facilitatori, che nelle mie intenzioni deve divulgare i metodi codificati in due direzioni: a) far crescere le competenze sociali per adulti, cittadini e genitori; b) formare professionisti e gruppi a questa nuova capacità, approccio, arte, sempre più richiesta e strategica.

2007-2016. La docenza all’Università di Pisa

Insegno per dieci anni all’Università di Pisa, presso il Corso in Scienze per la Pace, dove porto gli studi e i metodi della Facilitazione esperta, che diviene un esame della triennale e della magistrale “Strumenti di facilitazione nel conflitto”, qui decine di studenti, futuri mediatori in ambito sociale e internazionale, si formano alla facilitazione esperta dei gruppi.

2008. La ricerca sulle riunioni

Conduco un’ampia ricerca sulle riunioni nei contesti di lavoro, che mi porta ad assemblare un nuovo metodo, detto della “riunione che serve” (oggi “riunione produttiva”), composto da tre fasi (espressiva, regolativa, performativa) e da tre rispettive modalità comunicative evidenziate da ritmo e metrica. Pubblico sempre per Franco Angeli “La riunione che serve”.

2010. Si consolida lo strumento della facilitazione

Collaudo in via definitiva la Facilitazione esperta e il Face-model, grazie agli interventi diretti presso aziende, pubbliche amministrazioni, sanità, organi dello Stato, scuole, ordini professionali, enti non profit; facendo convergere contenuti e metodi della formazione, della facilitazione e della consulenza. Pubblico con Franco Angeli un nuovo lavoro importante “Far funzionare i gruppi”, volume incentrato sulla risoluzione delle situazioni complesse con la “facilitazione esperta” e il “face-model”.

2010-2017. La facilitazione nelle Università

Svariati gli interventi che svolgo presso Master post-laurea nelle Università di Roma, Siena, Pisa, Firenze, Bologna, Parma, Camerino, Bari, Sassari. Tutti interventi che svolgo con i metodi attivi, l’incontro di teoria e pratica.

2012. Sviluppo del metodo anti-negatività

Sono anni in cui studio assiduamente il fenomeno dei comportamenti negativi nei gruppi, visti nelle tre componenti: biologica, psicologica, sociale. Al piano psicologico della negatività (disposizionale-personale) affianco il piano neurobiologico (funzionale-di specie) e quello del ruolo e del contesto (situazionale-della società). Approdo ad un “metodo anti-negatività” (MAN) che allestisco perché possa essere utilizzato da tutti. Integro come sempre la mia ricerca con gli strumenti pratici. Pubblico con Franco Angeli “Il potere della negatività”.

2017. La formazione per le Risorse umane

Mi affermo come uno dei professionisti più dinamici e innovativi nel panorama delle Risorse umane e della formazione attiva, all’interno sia di piccole e medie imprese, che di amministrazioni pubbliche, di enti e organizzazioni.

2017-18. Arriva l’intelligenza di unire

La Facilitazione esperta, la Riunione produttiva, il Metodo anti-negatività, il Corpo esperto applicato, La Biologia personale, l’Effetto facebo, insieme a tutte le tecniche sviluppate in quasi trenta anni di lavoro, sono una galleria di metodi e strumenti sempre più collaudata e fluida. Ritorno sulla “scienza della facilitazione”, tra psicologia e neurobiologia, tema fondativo, con un capitolo sulle “basi per moltiplicare le intelligenze”. L’intero repertorio ha una nuova costellazione: la facilitazione al servizio dell’unire persone e gruppi, l’intelligenza di unire (union-making) e si materializza nell’omonima pubblicazione, per Mimesis, “L’intelligenza di unire”.

2019. Arriva la ricerca sui metodi attivi, la “spinta”

I vertici della Facilitazione sono 4, mi dedico ad articolare meglio il quarto, l’F4-Attivare, lavorando al nuovo libro “La spinta che attiva”, che pubblico per Franco Angeli. Un lavoro che dedico a insegnanti e capi, perché sappiano come mobilizzare persone e comportamenti, sappiano con competenza come accendere e attivare, nelle loro classi e nei loro team.

2020. La Facilitazione in azienda

Perfeziono il kit concettuale e applicativo della Facilitazione in azienda, trovando collegamenti importanti con Porges sul piano dell’ingaggio sociale e con Schein su quello della consulenza umile. Intanto sono alla stesura dell’aggiornamento dell’edizione 2005 di “Professione facilitatore”, che, dopo quindici anni, rivedrà la luce, in un impianto di contenuti ampiamente arricchito e rinnovato.

2021. Facilitazione

Pubblico finalmente il libro che considero la summa dell’esperienza e delle osservazioni svolte nei tanti anni, esce per Franco Angeli, nella collana Tools il mio nuovo libro “Facilitazione”. All’interno oltre ai capitoli scientifici e metodologici, trovano spazio più di trenta casi concreti, le applicazioni più diverse nei contesti, ma anche un’interessante sezione di domande dei numerosi allievi (101 domande), oltre alla galleria completa delle tecniche, con il Quarto Repertorio operativo e tecnico del facilitatore.

2023. Cambiamento è riconoscimento

La Facilitazione come base (2005), via via ha creato il solco per una gestione trasformativa delle negatività (2012) e successivamente ha elaborato il concetto e i metodi per l’intelligenza di unire (2017). In questa fase mi convinco dei fattori generativi per i gruppi, la denomino la “road map”, che è rappresentata dalla necessità di riconoscimento. Ogni persona, team o ruolo richiede costantemente riconoscimento, che molto spesso viene vanificato e deluso, per scarse capacità sociali e umane. In tale direzione codifico le “5 Attenzioni” per il riconoscimento. In assenza di riconoscimento, i gruppi gerarchicamente agiscono i seguenti stadi: 1) inventano problemi; 2) ingigantiscono i problemi; 3) inventano i nemici; 4) diventano bambini, si infantilizzano.